"Non tornano a donare sangue per sopraggiunti impegni con il lavoro, la famiglia o le attività sportive"... questo è quanto è emerso da uno studio del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa sulle cause della disaffezione a donare.
La ricerca riguarda i donatori di Avis Toscana che si sono presentati almeno una volta nei centri trasfusionali, ma che oggi manifestano una disaffezione principalmente imputabile a queste cause: "una tendenza che - viene spiegato - appare più forte nella fascia d’età che va dai 26 ai 35 anni".
L'indagine, che ha preso in esame una platea di circa 7000 ex donatori in Toscana (dalla quale è stato estratto un campione rappresentativo di 370 donatori) ha come obbiettivi quello incrementare il numero dei nuovi donatori da un lato e di fidelizzare chi si è già prestato volontariamente, dall’altro.
“È una ricerca al contempo interessante e scomoda - ha sottolineato la presidente di Avis Toscana, Claudia Firenze – il fabbisogno di sangue e plasma in Toscana resta in continua crescita e, accanto alla base dei donatori periodici, abbiamo bisogno di far entrare nuovi volontari e di recuperare chi si trova in una condizione di disaffezione. L’indagine dimostra che la difficoltà maggiore è quella di conciliare gli impegni della vita privata con la cultura del dono. Per questo stiamo lavorando così da promuovere una maggiore flessibilità oraria nei centri trasfusionali. Accanto a questo, prevediamo di migliorare le procedure di chiamata e di prenotazione così da rendere ancora più snello e fluido l’intero processo della donazione”.