Un anno e 10 mesi per il responsabile della produzione e per il responsabile di magazzino, un anno e otto mesi per l’amministratore delegato, un anno e 6 mesi per il responsabile del servizio di prevenzione e protezione: è quanto dovranno scontare i quattro imputati per la morte di Sabri Jaballah, il giovane operaio morto all’età di 21 anni, il 2 febbraio 2021, schiacciato da un macchinario mentre lavorava, come apprendista, alla filatura Millefili spa di Montale. In virtù della responsabilità amministrativa della società, inoltre, la Millefili ha patteggiato il pagamento di 85mila euro.
Si è dunque conclusa così la vicenda giudiziaria seguita alla morte del giovane operaio: mentre stava effettuando le operazioni di pulizia di una macchina apriballe, Sabri rimase incastrato con una spalla nel macchinario e rimase impigliato e schiacciato.
Le numerose perizie, accertamenti e indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Pistoia misero in evidenza violazioni delle misure di sicurezza e nei sistemi di protezione del macchinario.
I quattro responsabili – impuntati per cooperazione in omicidio colposo e concorso nella rimozione od omissione dolosa delle cautele antifortunistiche – hanno tutti scelto il patteggiamento e lo scorso febbraio era stato anche trovato un accordo risarcitorio con la famiglia di Sabri, composta dai genitori, i due fratelli, gli zii e i cugini, per un totale di 9 persone, che per questo motivo non si è costituita parte civile.
Nel frattempo la Millefili ha anche provveduto a un completo adeguamento impiantistico della produzione.
Il giorno delle sentenze la famiglia di Sabri non ha voluto essere presente in Tribunale e ha dato mandato al proprio avvocato, Cristiano Giovannelli, di mantenere quel riserbo che per tutta la vicenda ha caratterizzato i genitori e i parenti del giovane apprendista.