• Una panchina viola per sensibilizzare sulla fibromialgia


    17/06/2023

    Una panchina viola per sensibilizzare sulla fibromialgia

    Una panchina viola per sensibilizzare sul tema della fibromialgia è stata inaugurata a Pistoia.

    Il luogo scelto è il giardino di San Michele in Forcole, nei pressi della rotonda di Porta San Marco.


    All'evento erano presenti, tra gli altri il vicesindaco e assessore alle politiche di inclusione sociale e salute Anna Maria Celesti e Michela Peritoni, referente di Pistoia dell’Associazione CFU (Comitato Fibromialgici Uniti) Italia odv, che ha promosso l’iniziativa.

    La fibromialgia è una patologia reumatica caratterizzata da dolore cronico diffuso che colpisce oltre 2 milioni di persone in Italia, più spesso donne in età adulta.


    «La fibromialgia è una sindrome di origine pressoché sconosciuta caratterizzata – ha spiegato Anna Maria Celesti – da dolore per lo più muscolare di tipo cronico – diffuso e spesso si associa a rigidità, riduzione della forza, disturbi del sonno e possibili disturbi d’ansia e depressivi. L’inaugurazione della panchina viola vuole accendere i riflettori su questa patologia, spesso sottovalutata, per sensibilizzare riconoscimento come sindrome invalidante. Chi ne soffre deve essere ascoltato e preso in carico per uscire dall’invisibilità. Il dolore cronico provoca di fatto emarginazione sociale e il trattamento inappropriato espone al rischio di compromissione della salute oltre a ripercussioni nello svolgere anche le normali attività quotidiane».


    «Il colore viola, simbolo della fibromialgia, è stato attribuito dall’Oms nel 1992 – spiega Michela Peritoni referente di Pistoia dell’Associazione CFU Italia odv -. L’associazione è presente in tutta Italia e si occupa del sostegno ai malati fibromialgici, un sostegno importante perché è una malattia che si conosce ancora molto poco. Il nostro maggior impegno è che la fibromialgia sia riconosciuta a livello istituzionale come malattia invalidante cronica con l’inserimento nei Lea, livelli essenziali di assistenza, per questo è importante sensibilizzare e divulgare la conoscenza di questa patologia».

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